Vini di Romagna
I Vini Di Romagna hanno una storia molto antica , sin dal primo secolo A.C l’Albana e il Trebbiano , introdotti dagli etruschi venivano esportati attraverso il porto di Rimini nelle citta’ del mare Adriatico .
I Vini di Romagna come il Sangiovese , coltivato anche Toscana rappresentano al meglio le caratteristiche delle genti di Romagna , franche e cordiali che mai tradiscono le aspettative.
I vini di Romagna sono apprezzati da estimatori di vini Italiani anche all’estero per la loro grande piacevolezza e per la facilità con i quali si abbinano cibi della cucina Emiliana Romagnola e della cucina italiana.
Sicuramente fra i vini più rappresentativi
VINI DI ROMAGNA SANGIOVESE
Secondo una vecchia e fantasiosa tradizione locale il nome deriverebbe da Sanctus Zeus, il dio Giove dei Romani. Le prime notizie storiche sul Sangiovese risalgono al “Trattato della Coltivazione della Vite” (1600) del Solderini e all’ “Agricoltore sperimentato” (1726) del Trinci. A partire dal XIX secolo le notizie in merito a questo vitigno sono numerosissime e gli ampelografi italiani e stranieri descrivono il Sangiovese con tale interesse e apprezzamento da collocarlo ai vertici della viti-enologia nazionale ed internazionale.
VINI DI ROMAGNA ALBANA
L’Albana è stato il primo vino bianco Italiano ad ottenere il riconoscimento D.O.C.G. Denominazione di Origine Controllata e Garantita. La storia di questo vitigno e di questo vino si confondono nella leggenda. Si coltiva da tempi remoti in Romagna, dove furono i romani ad introdurlo. La sua coltivazione è diffusa soprattutto sulle colline dell’entroterra Romagnolo
VINI DI ROMAGNA TREBBIANO
Il vitigno trebbiano fece la sua comparsa in Romagna con l’avvento del popolo Etrusco. Col passare degli anni dall’antico ceppo di trebbiano è nata una famiglia di vitigni, alcuni dei quali strettamente imparentati, come il Garganega , o altri come il Verdicchio che hanno una buona somiglianza. .In zone altamente vocate come Bertinoro, si ottengono vini di struttura con buona gradazione alcolica ma allo stesso tempo equilibrati e di grande piacevolezza
Sangiovese sta all’Italia come il Cabernet sta alla Francia: sono vini che esprimono un’identità viticola e vinicola di un Paese”. (Giacomo Tachis)
Il Sangiovese è il re incontrastato dei vini rossi del centro Italia dove è praticamente presente in ogni zona, e nelle sue diverse varietà clonali continua a dare prova delle sue indiscusse qualità grazie anche alle varie espressioni dei territori in cui viene coltivato.
Gli ampelografi ritengono che il luogo d’origine del Sangiovese sia la zona Appenninica tra Toscana e Romagna, zone dove ancora oggi rappresenta l’uva a bacca rossa più importante.
Leggendo uno studio edito nel 1939 dalla Federazione nazionale dei Consorzi provinciali tra i produttori dell’agricoltura si apprende che il Sangiovese era molto diffuso sulle colline romagnole e che la qualità era pari ai più famosi vini toscani: infatti i visitatori della Prima mostra-mercato dei vini tipici, svoltasi a Siena dal 3 al 18 agosto 1933, avevano particolarmente apprezzato i vini a base di Sangiovese di Romagna.
Lo stesso studio mette in evidenza la variabilità e l’adattamento del vitigno Sangiovese e sottolinea che: come è stato messo in evidenza, esistono differenze nella produzione della stessa provincia di Forlì, differenze che, pur non essendo profonde, fanno distinguere il Sangiovese di una zona da quello di un’altra, sebbene il più delle volte si tratti di località non molto distanti fra loro ( es. Predappio, Bertinoro, Modigliana, Castrocaro etc..).
L’origine e la provenienza del Sangiovese è molto difficile da identificare: le notizie su uno dei vitigni più conosciuti e coltivati in Italia sono molto frammentarie e poco attendibili. Per ottenere delle informazioni bisogna innanzitutto attendere il XVI secolo, quando il Soderini, nel 1590, lo descrive nel suo trattato “La coltivazione delle viti” dicendo che: “il Sangiocheto o Sangioveto è un vitigno rimarchevole per la sua produttività regolare”.
Ma si ritiene che la celebre uva fosse già nota più di 2000 anni fa e che fosse utilizzata dagli Etruschi per la produzione di vino.
Anche l’origine del nome è incerta e le ipotesi sono molteplici: chi vuole che derivi da San Giovanni, chi invece da forme dialettali (da “san giovannina”, uva primaticcia, dato il suo precoce germogliamento), chi giura che derivi da sangue di Giove (Sanguis Jovis).
Diffuso soprattutto in Toscana, dove assume diversi nomi (Brunello a Montalcino, Prugnolo a Montepulciano, Morellino nel Grossetano, Sangioveto nel Chianti) il Sangiovese ha trovato la sua seconda patria nella Romagna.